Notice: Function WP_Scripts::localize was called incorrectly. The $l10n parameter must be an array. To pass arbitrary data to scripts, use the wp_add_inline_script() function instead. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 5.7.0.) in /home/filefaus/public_html/old/wp-includes/functions.php on line 5835
ESTRATTO DEL LIBRO DI CARMELA LAVEZZARI – Filef Australia
Categories
News & Events

ESTRATTO DEL LIBRO DI CARMELA LAVEZZARI

SCOPRIAMO LA FILEF

Un giorno, alla fine degli anni 1970, passando sulla Parramatta Road, nel quartiere ‘italiano’ di Leichhardt, vedemmo la scritta INCA- CGIL. Ne rimanemmo sbalorditi, fermammo la macchina e andammo nell’ufficio a vedere di cosa si trattasse. Fu così che incontrammo la Federazione Italiana dei Lavoratori Emigrati e delle Famiglie (FILEF). Questa scoperta fu per noi di grande conforto, il sapere che c’era una associazione progressista in Australia ci diede un’immensa gioia. Tuttavia abitavamo a molti chilometri di distanza dalla città e lavoravamo in proprio, il che significava non avere orari precisi per poterci prendere degli impegni. Tuttavia facevamo il possibile per partecipare alle riunioni più importanti e alle varie marce. La FILEF era frequentata da gente proveniente da diversi strati sociali, c’erano degli operai, degli studenti, degli academici, dei maestri. C’era anche un avvocato che frequentava la FILEF, ed andava bene, ma il fatto che noi lavorassimo in proprio, ai loro occhi ci sentivamo giudicati in modo critico. Avevo la sensazione che ci vedessero come dei capitalisti sfruttatori, che il lavorare in proprio comportasse un certo stigma. Fummo pregati e supplicati di prendere parte più attiva alla vita dell’associazione ma noi ci trovavamo in una situazione impossibile a farlo. Facevamo quel poco che potevamo, per esempio il compito di portare il giornale della FILEF Nuovo Paese nelle due grandi fabbriche italiane (non che il giornale fosse molto apprezzato dagli operai, molti non lo prendevano neppure), lo facevamo volentieri. Grazie a un grant governativo la FILEF riuscì ad aprire una sede anche a Fairfield, un sobborgo ad ovest del centro. I membri della FILEF che abitavano in quei paraggi organizzavano delle attività e noi partecipavamo. Al sabato mattina c’era una persona che dava informazioni sulle pensioni e vi andavo anch’io ad aiutare. Fairfield era più vicina a dove abitavamo. Alle volte venivano membri dall’Italia, Giuliano Pajetta venne più volte, vari personaggi della FILEF di Roma venivano e ci davano tanti consigli sul come incrementare i militanti. Ricordo Sergio, il ragazzo addetto appunto al reclutamento, li chiamava i milipochi, purtroppo il proselitismo non era cosa facile. La FILEF a quel tempo aveva un complessino musicale, Bella Ciao, e certe domeniche si facevano pomeriggi musicali, si preparavano cose da mangiare, ricordo che una volta qualcuno preparò gnocchi fritti con il prosciutto. Erano pomeriggi semplici passati in allegria. In seguito venne un ragazzo molto bravo a fare teatro, si chiamava Roberto Malara, con lui furono realizzate delle produzioni teatrali notevoli attirando molti giovani,specialmente ragazze. La maggior parte di loro non erano politicizzati, non frequentavano le riunioni della Filef, tuttavia grazie al teatro Filef venivano coinvolti notevolmente, si formarono delle amicizie e delle unioni che durano tutt’ora. Per me l’importanza della presenza Filef in Australia era fondamentale. Esistevano solo associazioni religiose, regionali e un ente di assistenza, ma erano cose a livello italiano e molto chiuse. La FILEF era l’unica associazione che avesse dei rapporti con il mondo politico e sindacale australiano. Il contributo della FILEF in questo paese penso sia non solo importante ma vitale sotto il profilo storico. Infatti, se in futuro a qualcuno venisse in mente di fare delle ricerche storiche, troverebbe che la FILEF è stata l’unica associazione ad aver lavorato con i vari governi laburisti, con il partito dei Verdi, con gli ambientalisti e si è sempre prodigata per i diritti degli Aborigeni, è stata un’associazione conosciuta e stimata nel contesto della cultura e storia politica del mondo australiano. Questa associazione, sotto il profilo storico riscatterà l’assenteismo e la scarsa partecipazione dell’italiano medio agli avvenimenti che sono accaduti nel paese.

Durante le vacanze scolastiche la Filef organizzava attività della durata di una settimana, svolte esclusivamente in lingua italiana. In quelle occasioni io mi ero presa l’impegno di preparare il pranzo giornaliero. La Filef aveva avuto la fortuna di trovare una scuola pubblica che affittava i locali e impiegava tre maestre italiane. Le classi erano solitamente tre, dai cinque anni ai sette, dagli otto ai dieci e dai più grandi sino ai dodici anni. La Filef desiderava che durante la settimana tutte le pietanze avessero un tocco di italianità e io facevo del mio meglio per raggiungere tale obiettivo. Il lavoro di preparazione era molto impegnativo. I responsabili della Filef assieme al personale impegnato nel progetto, tre volte l’anno, si riunivano per decidere la scelta della tematica e il materiale didattico occorrente allo svolgimento del programma, ogni volta su temi diversi. Ricordo che ne fecero uno sulle maschere italiane e un altro sulla cucina italiana. In quell’occasione avevo portato tutto l’occorrente, inclusa la macchinetta per fare la pasta, con grande divertimento dei bambini che avevano partecipato all’impresa, gustando poi le tagliatelle condite con il sugo precedentemente preparato a casa. Altre tematiche erano state “Su e giù per l’Italia”, dedicata alle città e ai monumenti italiani più importanti, allo sport, e a tanti altri aspetti. Tutto questo comportava una mole di lavoro non indifferente. Infatti, in base al tema scelto, bisognava trovare canzoncine, poesie e preparare lo spettacolino di fine settimana con invito ai genitori affinché potessero apprezzare ciò che avevano appreso i bambini. Spesso si faceva anche una gita e una volta andammo alla Quarantine Station a Manly. In queste occasioni partecipavano anche delle mamme perché i bambini erano molti, a volte anche una cinquantina, e tre maestre avrebbero faticato a gestirli da sole.

I miei due nipoti erano piccoli ed erano felici di venire con me. Ricordo con tanto affetto le maestre tutte molto dedicate a questa impresa, Antonina, Rosanna e Gloria, che ricorderò sempre in quanto mio nipote era un bambino superattivo che nessuno riusciva a controllare e invece Gloria riusciva sempre a farlo collaborare. L’esperienza di Vacanzascuola è stata molto importante per i miei nipoti ma ancora di più per me. Quando i miei figli andavano a scuola non avevo mai avuto la gioia di sedermi con loro per aiutarli a fare i compiti, perché studiavano tutte cose a me ignote. Vacanzascuola è stato invece un momento di grande gioia, sapevo le canzoncine, le poesie e tanti aspetti degli argomenti che venivano trattati dalle maestre. Cantare insieme e recitare le poesie durante il tragitto verso casa e alla sera dopo cena è stato un momento di condivisione per me importante e li ha fatti avvicinare al mio retaggio. Mia nipote ha continuato a studiare l’italiano alle medie e all’università e lo può parlare fluentemente.

Intanto noi ci eravamo spostati in una farm [una tenuta agricola, NdA] di cinque acri. L’avevamo acquistata all’asta a un prezzo assolutamente esiguo, c’era sopra una casa vecchia che eventualmente restaurammo. In occasione del 25 Aprile 1983 la Filef organizzò la festa sulla farm. Fu un successo strepitoso, un’iniziativa riuscitissima, c’era un sacco di gente, si giocò al calcio, si ballò, si cantò. Ad un certo punto arrivò un elicottero a volare sopra la farm, forse veniva a spiare quanti sovversivi italiani ci fossero a Sydney.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

WordPress Anti Spam by WP-SpamShield