Nuovo Paese agosto 2018
EDITORIAL
Disparità nelle paghe e povertà
Le diseguaglianze sociali, persistenti e sempre più gravi, sono un cancro economico che affligge il mondo.
Sono una malattia mascherata da programmi politici che si ispirano alla crescita, alle opportunità e alla promozione di nuove imprese cosiddette startup, forme di organizzazione temporanea o società di capitali in cerca di soluzioni organizzative, che non sempre portano innovazioni socialmente benefiche.
Una causa principale delle diseguaglianze economiche è la disparità nei salari, che va peggiorando a un ritmo pari alla crescente insicurezza del posto di lavoro.
Una recente indagine dell’Australian Council of Superannuation Investors, che rappresenta gli investitori dei fondi di pensione detti superannuation, indica che la retribuzione mediana per i dirigenti nell’anno finanziario 2016/2017 è salita a un livello record di 4,36 milioni di dollari – un aumento del 12,4%.
E’ tutta un’altra storia per i lavoratori del settore privato, che rappresentano circa l’85% della forza lavoro australiana e i cui salari sono diminuiti in termini reali, se misurati contro l’inflazione. La loro crescita secondo i dati del Bureau di Statistica è stata di appena l’1,9%, molto meno del tasso di inflazione del 2,1%.
Tale disparità di reddito è ormai comune ed è destinata ad aggravarsi, con l’aumento del numero di persone dislocate dal posto di lavoro in seguito all’automazione, mentre l’aumento di produttività va a beneficio solo di pochi.
Secondo di dati dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che conta 36 paesi membri, l’ineguaglianza di reddito è la causa di povertà persistente e cronica attorno al mondo. Il suo rapporto Come promuovere la mobilità sociale, indica che in Australia ci vorranno quattro generazioni perché i discendenti di famiglie povere possano raggiungere il reddito medio (vedi pagine 18-19).
L’ineguaglianza di reddito tuttavia non è solo questione di alleviare la povertà. Essa va al cuore della capacità umana di creare comunità civilizzate in cui le risorse e la sopravvivenza non sono affidate alle guerre – calde, fredde o commerciali che siano.
Pay rates don’t work
Persistent and growing inequality is the economic cancer afflicting the world.
However, the disease is being masked with policy emphasis on growth, opportunity and embracement of startups that can be more upstarts than socially beneficial innovations.
A key cause of economic inequality is wage disparity which is worsening at a rate parallel to that of growing job insecurity.
A recent survey by the Australian Council of Superannuation Investors found the median overall pay for executives in financial year 2017 rose to a record $4.36m – an increase of 12.4%.
It’s a different story for Australian private sector workers, who account for about 85% of the workforce and whose wages fell when measured against inflation.
Their wage growth according to ABS data was just 1.9%, which is well below the 2.1% inflation rate.
This income disparity is not uncommon and is bound to become worse as more people are displaced by automation, with the increased productivity going into fewer pockets.
According to the OECD income inequality is the cause of persistent and chronic worldwide poverty.
It’s report, A Broken Social Elevator? How to Promote Social Mobility, has found that in Australia it could take four generations for children of poor families to reach the average income (see pages 18-19).
But income inequality is more than just alleviating poverty. Income inequality goes to the heart of human ability to create civilized communities where resources and survival are not mediated by wars – hot, cold or trade.