Editoriale
Affari straordinari
L’atteggiamento politico che circonda l’annuncio del mese scorso di AUKUS, il patto di difesa a tre vie, ha omesso di citare il suo valore commerciale agli interessi degli Stati Uniti.
La decisione dell’Australia di rompere il suo accordo sui sottomarini da 90 miliardi di dollari con la Francia a favore di una flotta a propulsione nucleare con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna è stata un’impresa americana magistralmente presentata come politica di difesa.
Quando l’Australia annunciò che la Francia avrebbe costruito la sua flotta di 12 sottomarini, fu considerato uno dei contratti di difesa più redditizi al mondo.
Una lunga trattativa ha preceduto l’annuncio del primo ministro Malcolm Turnbull, il 26 aprile 2016, di assegnare al consorzio francese il contratto multimiliardario, il più grande nella storia degli appalti per la difesa australiana.
C’erano ancora problemi da chiarire, non ultimo quanto del lavoro sarebbe stato svolto in Australia, con il proposito di aumentare la produzione e l’occupazione locali.
Tuttavia, il primo ministro Scott Morrison ha inaspettatamente annullato l’accordo francese, con costi da determinare, e lo ha consegnato al complesso industriale militare statunitense.
Con AUKUS, Morrison, per conto dei contribuenti australiani, ha firmato quello che potrebbe essere definito un assegno in bianco, dato che tutti i dettagli sui costi e sulla produzione sono da definire.
Il grande annuncio di AUKUS potrebbe aver contribuito a rendere tranquillo il presidente Joe Biden, dato il modo spettacolare con cui ha ottenuto un contratto così importante per l’industria della difesa del suo paese.
Consentire a quel “fellah down under” di annunciare AUKUS, una “fase nuova e strategica” nella difesa, è stato un piccolo prezzo da pagare per Biden.
In cambio, l’Australia viene ulteriormente coinvolta nelle infruttuose e spesso ingiustificate disavventure militari globali dell’America.
Questa è stata la conclusione dell’ex primo ministro liberale Malcolm Fraser che ha affermato: “L’Australia ha bisogno della sua alleanza con gli Stati Uniti per la sicurezza, ma l’Australia ha bisogno di sicurezza solo per la sua alleanza con gli Stati Uniti”.
Editorial
Extraordinary business
The policy posturing surrounding last month’s announcement of AUKUS, the three-way defence pact, overlooked its commercial value to US interests.
Australia’s decision to break its $90 billion submarine agreement with France in favour of a nuclear-propelled fleet with the United States and Britain was masterly American business paraded as defence policy.
When Australia announced that France would build its fleet of 12 submarines, it was considered to be one of the world’s most lucrative defence contracts.
A lengthy tendering process preceded Prime Minister Malcolm Turnbull’s announcement on 26 April 2016 awarding the French consortium the multi-billion dollar contract – the largest in Australian defence procurement history.
There were still issues being clarified, not the least how much of the work would be done in Australia and its scope to boost local manufacturing and jobs.
However, unexpectedly Prime Minister Scott Morrison cancelled the French deal, at a cost to be determined, and handed it to the US military industrial complex.
Under AUKUS Morrison, on behalf of Australian taxpayers, has signed what could be described as a blank check, given that all details about costs and production are to be finalised.
It may have contributed to President Joe Biden’s ultra-relaxed mode in the zoomed AUKUS announcement, having spectacularly gained a considerable contract for his country’s defence industry.
Allowing that ‘fellah down under’ to take the lead in announcing AUKUS, a ‘new and strategic phase’ in defence, was a small price to pay for Biden.
In return Australia gets to be further embroiled in America’s unsuccessful, and it could be argued unwarranted, global military misadventures.
That was certainly the conclusion of former Liberal Prime Minister Malcolm Fraser who said: “Australia needs its alliance with the USA for security, but Australia only needs security because of its alliance with the USA.”